domenica 12 marzo 2017

Topolino n°829 - Zio Paperone e il Tesoro di Montezuma

Prima o poi mi ero ripromesso di aprire questo blog. Era il 2014 quando l'ho "aperto" e da allora è rimasto a prendere polvere. Però, dopo oltre due anni, ho finalmente deciso di scriverci qualcosa.

E cosa?

La recensione di un Topolino a caso preso dalla mia libreria. Tanto ne ho talmente tanti che questo blog può campare per decenni solo di questo. Il business definitivo insomma.

Andrò nel dettaglio con la storia o le storie principali del numero, mentre con le altre mi terrò più sul vago.

Detto ciò, senza altro indugio iniziamo.

TOPOLINO 829

Sì, le immagini se posso le prendo da Inducks
Molto meglio che fare una foto ai miei Topolini, specie a quelli più vecchi.

Il numero 829, venduto nell'ottobre del 1971 per lire 150.
Copertina con un Quoide (ossia un Qu* che per mantenere l'anonimato ha indossato un cappello tricolore) intento a suonare un tamburo, la cui fascia si infila nella camicia anziché girargli intorno alla vita. Il tutto ovviamente disegnato da quell'artista ciclopico di Perego, che sicuramente è stato obbligato a fare due occhi sotto qualche oscura minaccia.

Iniziamo quindi a leggere.

ZIO PAPERONE E IL TESORO DI MONTEZUMA
Martina/Chierchini

Zio Paperone, Paperino e i tre nipotini alla ricerca del Tesoro di Montezuma. Formula classica, insomma.
La storia inizia in medias res, come fosse Fanton, con un'inquadratura di una piramide mesoamericana abbastanza pezzente, per poi passare ai paperi che avanzano nel deserto a passo di marcia. Ovviamente se non l'aveste capito a dare il passo è lo Zione. 
Apprendiamo che questa volta i nipoti non sanno neanche perché sono in marcia, dato che ZP dopo avergli promesso una vacanza al mare li ha caricati su un mercantile e li ha trascinati nel deserto del Messico.

Undici ore di marcia, e nessuno ha sollevato obiezioni

Insomma, il motivo lo saprete tutti, Zio Paperone ha trovato il solito vecchio libro su cui è indicato il solito vecchio tesoro. Queste storie sono sempre fatte con lo stampino. Nota di merito per l'autore del libercolo però.

Anche la Bamba Editore non scherza comunque

A quanto pare FERNANDO Cortès (che scrivere Hernan pareva brutto, siamo italiani, mica spagnoli) ha nascosto la maggior parte del Tesoro di Montezuma in una piramide e l'ha lasciato lì. Alla mercé del primo fesso che fosse passato di lì.

Chiaramente c'è anche tutta una storia sulla maledizione che trasformerebbe chi per primo toccherà il tesoro in statua di sale. Ma chi ce l'ha messa la maledizione? Gli Aztechi? Fernando? Panzanas? Non lo sapremo mai.

Dopo due ore di marcia e dopo che lo Zione ha quasi ucciso tutti facendo cadere da un dirupo Paperino
Notare tra l'altro il font delle onomatopee

Si può proseguire verso la zona archeologica. A quanto pare i libri scritti nel 1856 tendono ad avere il vizio di non essere aggiornati, perciò la piramide ora è sorvegliata. Si potrebbe entrare pagando


Ma Zio Paperone ha idee migliori.

Di sorveglianti però ce ne sono ben due, ben decisi a far pagare ai paperi il giusto biglietto d'ingresso.

Pablo e Pedro, aztechi (?), addetti alla biglietteria e sorveglianti dal grilletto facile

Segue la cacciata dei paperi, che proveranno a rientrare. Ma siamo in una storia di Martina, quindi non si può fare legalmente. E allora?

Allora si scava.

Peccato che dall'altra parte ad aspettare ci siano Pablo e Pedro, che hanno deciso che la pena di morte è perfettamente applicabile in caso di effrazione. Quindi li rinchiudono in attesa del mattino per portare a termine l'esecuzione.

Pablo già pregusta l'assassinio, ma Pedro ha le idee ben chiare in materia

Ovviamente i paperi sfuggono ai due scavando a mani nude nel terreno e si dirigono alla piramide

Perché sì, il tesoro prima della vita dei propri parenti

Dove arriva la fregatura per il gruppo. Una guida (cosa ci faccia lì a quell'ora di notte è un mistero) li informa che il tesoro l'ha già trovato qualcuno. Chi?

E chi altrimenti?

Paperone la prende sportivamente
Ma d'altronde la colpa è della guida, con che coraggio chiedi soldi a ZP?

E insieme ai nipoti fugge. Insomma, niente tesoro e niente gloria.

Commento: La storia di per sé è scorrevole e ha una buona trama. Chierchini ha il suo classico tratto, niente di tremendo per gli standard dell'epoca ma niente di estremamente curato, sicuramente meglio di quello di certe storie attuali (con tutto il rispetto per quello che comunque rimane un maestro del fumetto Disney), anche se non mi spiego il perché delle onomatopee palesemente incollate all'ultimo. Nel complesso è una storia del Martina classico, quello in cui Zio Paperone si merita il furto di materasso o le botte. O entrambe.

TOPOLINO E LA SCORTESE CORTESIA
Le matite sono di Carson Van Osten, gli inchiostri di Steve Steere. L'autore, chissà perché, ha scelto l'anonimato

Trama: I Topolinesi si odiano tutti mancano di buone maniere, quindi Topolino e Pippo decidono di mostrare loro cos'è la cortesia. Finiscono però per combinare un disastro dietro l'altro, e alla fine vengono arrestati. Da chi, vi state chiedendo?

Dallo sceriffo Gamba

Comunque subito dopo la gente capisce che non volevano fare nulla di male e PER MAGIA l'intera città diventa un esempio di cortesia. Finale a tarallucci e vino.

Commento: Storia riempitiva, ma menzione d'onore per qualcuno che finalmente ha il coraggio di dire al Topastro di farsi una bella sporta di cazzi suoi.

La dovrebbero dire più spesso questa frase

ZIO PAPERONE E IL REPORTAGE SU "MISTER PEDONE"
Autore anonimo come al solito per i riempitivi, disegni di Tony Strobl e inchiostri di Steere

Trama: Zio Paperone, Paperino e Paperoga decidono di fare un reportage per il Papersera sui pedoni. Zio Paperone viene investito tre volte, Paperino si dimostra immune al dolore quando una macchina gli passa sul piede e abbiamo una sottotrama sulla schiena di Zio Paperone che si blocca quando fa ginnastica e si sblocca quando viene investito o colpito con la portiera. Oltre alla sottotrama del boy-scout figlio di una ricca donna che occupa diverse pagine e non ha alcuna rilevanza. Il tutto in dodici pagine. Roba che neanche il Maestro Fanton.

Commento: Le battute non fanno ridere e non ci sono disegni o vignette particolarmente interessanti. Non so che altro dire.

PAPERINO E LE DIMISSIONI IN TRONCO
Storia di Carl Fallberg, disegni di Strobl e inchiostri di quella buon'anima di Steere

Trama: Paperino viene assunto come Ranger nel nuovo parco di Paperopoli. Combina disastri, innocui o regolarmente risolti da Qui, Quo e Qua. Si scopre che il "cervello elettronico" (si sa che i ranger ne hanno sempre uno per le assunzioni) lo ha scelto per sbaglio, e sta per essere licenziato quando riesce a salvare il trio QQQ dal cadere da un tronco sospeso. Viene confermato, MA si dimette perché 

Sono l'unico a cui questa spiegazione sembra non aver senso? Sì? Ok

Commento: Fallberg scrive una storia semplice, basata su un insieme di scene brevi che si sommano bene, Anche Strobl crea dei buoni disegni. Insomma, la storia è il riempitivo migliore del numero.

TOPOLINO E L'EROICO ANTENATO
Carlo Chendi e Marco Rota. Oro puro in un numero del genere.

A Topolino e l'eroico antenato avrei dedicato volentieri più spazio, come quello di Zio Paperone e il Tesoro di Montezuma. Sfortunatamente questa storia manca del finale nel mio numero di Topolino. Questi quarant'anni sono stati impietosi con lui, poveretto, anche perché li ha passati nella soffitta di mia nonna. Quindi, parlerò di quello che ho.

Trama: Un compagno di classe di Tip e Tap, Alvin (non lo scoiattolo, grazie al signore) si vanta del suo avo eroe nel Far West. Topolino rivela che anche loro hanno un antenato eroe, che militò nel Settimo Cavalleggeri a Forte Hapake, e che esiste anche un film su di lui. Ovviamente, l'amico non ci crede, quindi il topo si procura una copia del film e la proietta in salotto per Tip, Tap e Alvin.
Nel film assistiamo a un attacco indiano al forte dove militano il Caporale Topolino, il suo cane Pluto e il Sergente Pippo. Gli indiani, non potendo prendere il forte, decidano di assediarlo. A complicare le cose c'è un imprevisto: il Comandante viene morso da un serpente e nonostante il primo soccorso di Topolino

Per inciso, questa immagine è più adatta al giovedì di tutte quelle che pubblicano in quel maledetto giorno messe insieme

Rischia di non farcela. Perciò Topolino, dopo aver incatenato Pippo per impedirgli di inseguirlo, si mette in viaggio per raggiungere il villaggio. Lungo la strada arriva a un vecchio ranch dove incontra alcuni uomini che gli offrono riparo nella stalla. Quella notte, incuriosito, si avvicina alla casa e scopre che gli uomini hanno rapito la figlia del capo degli indiani per fargli attaccare i soldati, contando sull'intervento dell'esercito per potersi appropriare dei territori indiani.

Questo lo considero uno dei piani migliori della storia di Topolino

Topolino prova a fermarli, ma viene steso da uno dei soldati e tutto rimane nelle mani di Pluto, che riesce a fuggire e tornare a salvarlo. Libero, Topolino salva la bambina e la riporta agli indiani, che si offrono quindi di farsi portare dal villaggio il siero per salvare il capitano. E qui la mia storia si interrompe. Posso solo supporre che poi il capitano si salvi perché sto leggendo Topolino.

Commento: Sicuramente è la storia migliore del numero, una spanna sopra quella di Zio Paperone. I disegni di Rota, per quanto non il suo meglio, sono sicuramente ben fatti, e la storia di Chendi ha una trama solidissima.

EDIT: Grazie al buon Simone Pagani, del gruppo Telegram "The A.F. Society", ho avuto il finale della storia. I cattivi vengono catturati, il dottore salva il Comandante e il film finisce con Topolino afflitto da un annoso problema.

Dato però che l'amico di Tip e Tap è stronzo, e insiste nel dire che il suo antenato era più importante perché gli hanno dedicato una statua, Topolino, da buon benestante, ne fa costruire una per il proprio antenato. E tutti sono felici, tranne l'antenato costretto a impalmare la ragazzina indiana.

E questo era Topolino 829. Nel complesso, per essere del '71, direi che è un buon numero. In fondo, e lo sappiamo fin troppo bene, su Topolino è passato molto di peggio.


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